Erezione di falli, aischrologia, funzione catartica della tragedia e della commedia

Erezione di falli, aischrologia, funzione catartica della tragedia e della commedia. (Giamblico, De Mysteriis, Libro I, capitolo 11)

La domanda da cui nasce il presente capitolo è la seguente: data l’impassibilità dell’anima e quindi, a maggior ragione, degli Eroi e dei Demoni e, ancor più, degli Dei, come mai nelle operazioni teurgiche si agisce come se Essi fossero soggetti a passioni? In altre parole, se gli Dei sono impassibili, come mai nelle manifestazioni cultuali sembrano essere considerati influenzati dai riti, dai sacrifici, etc?

Si chiarisce fin dall’inizio che una simile domanda può essere posta solo da chi è inesperto della “sacra mistagogia” (tes hieratikes mystagogiasmystagogia indica sia l’iniziazione ai Misteri sia la Teurgia: “la mystagogia ricevuta nella tradizione degli Dei” Pr. in RP I 111; “mistica dottrina sugli Dei” Pr. Theol. I 32, 1- 14; “la segreta iniziazione ai misteri concernenti gli Dei (tèn aporreton mystagogian)” Pr. Theol. I 81, 5- 15)

 

Le operazioni della Teurgia
– alcune hanno una causa arcana, superiore alla ragione (aporreton aitian- kreittona logou);
– altre sono consacrate agli esseri superiori come simboli, ab aeterno- ex aidiou (per la teoria generale su symbola e rituali cfr. i synthemata di cui parla Proclo, In Tim. I 211, 1-10);
– altre conservano immagini (eikona) dei principi invisibili;
– alcune si compiono a titolo d’onore;
– alcune hanno di mira l’assimilazione/affinità;
– alcune conferiscono beni, purificano dalle passioni umane, rimuovono ed allontanano i mali.

Nessuna parte del culto si rivolge a Dei e Demoni come ad esseri soggetti alle passioni ed influenzabili:
> perchè l’essenza in sè eterna ed incorporea non può assolutamente mutare/ricevere un cambiamento da parte dei corpi;
> perchè inoltre una tale realtà non ha alcun bisogno del rituale umano, dal momento “che ha soddisfazione piena da se stessa, dalla natura dell’universo, da tutta la perfezione del creato…e perchè tutti i generi superiori sono colmi dei loro propri beni.”

Tali sono i principi generali relativi al culto puro (perì tes achrantou threskeias), che ci lega strettamente agli esseri superiori (infatti, “l’essenza della preghiera consiste nell’unire le anime agli Dei, e tutte le realtà secondarie a quelle primarie” Pr. In Tim. I 213, 5)

 

Esempi particolari:

L’erezione dei falli
(Nelle feste:
– Mysteria in Halimous “i Misteri di Alimunte durante i quali l’Ellade erige falli in onore del padre Bacco, tanto che l’intera contrada si copre di immagini degli organi maschili…quando Libero, nato a Nisa, figlio di Semele, era ancora fra gli uomini, desiderò conoscere le ombre del mondo sotterraneo, e scoprire cosa avvenisse nel Tartaro”;
– Dionysia rurali, τὰ κατ’ἀγρούς “Silenzio, silenzio! Un poco più avanti la canefora. Santhia tieni diritto il fallo. Per terra il canestro, figlia, offriamo le primizie….che bellezza, signore Dioniso, offrirti per ringraziamento processione e sacrificio, con tutti i miei famigliari, celebrare felicemente le Dionisie rurali…io accompagnandovi canto l’inno fallico (τὸ φαλλικόν)…’Phales, compagno di Bacco, compagno di notturni vagabondaggi, lascivo, amante dei fanciulli…” – “Il fallo divenne parte del culto di Dioniso attraverso un rito segreto…” – “Fate largo, fate largo, aprite la strada al Dio; infatti il Dio desidera procedere in mezzo a voi eretto e splendente”;
– Haloeia- Haloa “O stagione più bella e più sacra di tutto l’anno (τροπὴ nel senso di Solstizio), in cui Demetra e Bacco, (che rappresentano) i prodotti scelti della terra, si trovano insieme.” – “una festa ateniese che contiene misteri di Demetra, Kore e Dioniso, sul tagliare le viti e sull’assaggiare il vino già preparato, che ha luogo ad Atene, in cui essi mostrano cose che assomigliano ai genitali maschili, a proposito dei quali essi narrano che vennero in uso come un’assicurazione per la procreazione umana…”;
– Anthesteria “un’esuberante processione dionisiaca, in cui sono appunto presenti: un capro, un’anfora di vino, un ramo di vite, un cesto di fichi secchi e un fallo”;
– Dionysia in Città “che il fallo fosse presente in qualche modo nella processione, si evince (oltre che dal mito) da un decreto del V secolo che ingiunge ai coloni di Brea di mandare un sacrificio annuale di un bue e una pecora per le Panatenee e un fallo per le Dionisie..”)

“L’erezione di falli è simbolo della potenza generatrice (tes gonimou dynameos synthema)…chiamata a fecondare il cosmo.” Per questo, la maggior parte di queste immagini falliche vengono consacrate fra l’Inverno e la Primavera- nella stagione comune di Demetra e Dioniso, come si dice a proposito delle Thesmophoria e delle Haloa- “quando l’insieme dell’universo riceve dagli Dei i germi della creazione universale.”

 

La pratica dell’aischrologia, che spesso si accompagna alle processioni falliche, ed è presente in quasi tutti i Misteri e le feste di Demetra (“è loro costume indulgere in un linguaggio volgare quando si riuniscono fra loro, e la ragione è che la Dea, grazie a questo linguaggio, sebbene fosse addolorata per il rapimento di Kore, si mise a ridere”- Stenia, Thesmophoria in Halimous, Dionisia Rurali, Haloa, Lenaia, Anthesteria, Dionisia, Eleusinia, Misteri Maggiori).
Il significato è simbolico: le parole oscene significano la mancanza del bello e la privazione di ordine insite nella materia. Coloro che dimorano nel disordine, tanto più possono aspirare a ricevere ordine e bellezza quanto più si rendono conto della loro sconvenienza rispetto all’ordine e al bello. Dunque, la pratica dell’aischrologia mira a far conoscere, tramite le parole sconvenienti, ciò che è sconveniente in sè ed è presente in noi, volgendo al contempo il desiderio in senso contrario, verso il bello e l’ordinato- ecco perchè, nonostante la Discesa di Kore, la Dea ride dei gesti e delle parole di Iambe.

 

Tragedia e commedia: le due pratiche precedentemente descritte sono in stretta relazione sia con l’origine sia con le forme consuete di questi due doni di Dioniso e delle Muse. Questo terzo elemento ha funzione catartica (teoria risalente ad Aristotele, e completamente adottata dal Neoplatonismo): “le forze delle passioni umane che sono in noi, quando sono impedite ad ogni costo (cf. l’ipocrita ‘ascetismo’ dei cristiani!), insorgono più violente (spiegazione della maggior parte dei crimini e degli atti contro natura perpetrati- dalle alte gerarchie fino al popolo- da chi ha bandito Dioniso dal culto della Polis…); se invece si accorda ad esse una attività breve ed entro una giusta misura, godono moderatamente e si appagano; dopodichè esse, purificate, si calmano con la persuasione e non con la violenza.” Spettacoli teatrali e riti sacri hanno funzione purificatrice.

Le passioni sono in qualche modo inerenti nell’anima umana a causa della generazione (dià tèn genesin): per moderarle, per liberare l’anima sciogliendola dai vincoli (che la risospingono incessantemente verso il mondo della generazione) “per queste ragioni si fanno questi riti”. Per questo, Eraclito li definisce “rimedi” (akea), “in quanto rimediano alle avversità e liberano le anime dalle sventure della generazione.”

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